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Francesco Paolo Michetti


L'artista

Francesco Paolo Michetti compie i primi studi artistici a Chieti. Il suo innegabile talento induce la città abruzzese a conferirgli nel 1868 un pensionato per studiare presso l’Accademia di belle arti di Napoli. Nella città partenopea è attratto soprattutto dal realismo di Domenico Morelli, dei Palizzi e dei pittori della scuola di Resina. Nonostante la frequentazione saltuaria dei corsi accademici, nel 1869 consegue per due volte il premio di incoraggiamento destinato ai migliori studenti. Nel 1871 si lega, probabilmente attraverso Giuseppe De Nittis, al mercante Friederich Reitlinger, per il quale dipinge opere destinate al mercato internazionale. Già in quest’anno suoi lavori sono esposti alla Nineteenth Annual Winter Exhibition della French Gallery di Londra, mentre l’anno successivo presenta al Salon parigino Ritorno dall’orto e Sonno dell’innocenza, acquistati dall’influente mercante Adolphe Goupil per trarne delle riproduzioni a stampa. Artista in ascesa attira l’attenzione della critica e vince uno dei due premi per la pittura all’Esposizione nazionale Napoli del 1877 con La processione del Corpus Domini. Le partecipazioni a importanti rassegne divengono alla fine del decennio sempre più intense. Nel 1882 illustra Canto Novo di Gabriele d’Annunzio edito da Angelo Sommaruga. L’anno successivo segna una svolta nella produzione dell’artista. Il monumentale dipinto Il voto, presentato all’Esposizione internazionale di Roma, colpisce la critica e il pubblico per il verismo con cui è descritta la festa di San Pantaleone a Miglianico. L’opera, recensita da d’Annunzio sulle pagine del “Fanfulla della Domenica”, entra nelle collezioni della Galleria nazionale d’arte moderna. Nello stesso periodo Michetti acquista il convento di Santa Maria Maggiore a Francavilla, dove vengono ospitati gli amici Costantino Barbella, d’Annunzio, Matilde Serao, Edoardo Scarfoglio e Francesco Paolo Tosti. La nuova casa diviene così un polo d’attrazione per artisti come Giulio Aristide Sartorio, Guido Boggiani e Basilio Cascella, che vi trascorrono lunghi periodi dipingendo in reciproca compagnia. Particolarmente stretto è il rapporto con d’Annunzio, che a Francavilla scrive Il piacere (1883-84), L’innocente (1890-92) e una parte del Trionfo della morte (1889-94). In compagnia dello stesso d’Annunzio, di Barbella e dello studioso di folklore locale Antonio De Nino l’artista si reca in visita nelle più remote località abruzzesi per realizzare reportage fotografici in occasione delle festività tradizionali, raccogliendo il ricco materiale iconografico più tardi utilizzato nelle tele monumentali Le serpi e Gli storpi (entrambi Francavilla a Mare, Museo Michetti) presentate nel 1900 all’Esposizione universale di Parigi. Nel 1895 il dipinto La figlia di Jorio (Pescara, Palazzo della Provincia) è premiato alla I Biennale di Venezia. Negli ultimi trent’anni della sua vita, lavora in maniera ciclica sui temi di abruzzesi, cogliendo l’essenza ultima del reale attraverso una pittura fatta di linee e segni sempre più astrattizzanti. Nominato Senatore del Regno nel 1909, l’anno successivo accetta di inviare alla Biennale di Venezia quindici paesaggi abruzzesi, esposti un’unica sala. Si tratta della sua ultima uscita pubblica, seguita da vani tentativi di convincerlo a presentare nuovamente al pubblico le sue opere. Nel 1912 accetta, tuttavia, di far parte della Commissione ordinatrice della Galleria nazionale d’arte moderna e nel 1921 della Commissione acquisti della stessa istituzione. Si spegne nel convento di Francavilla per una polmonite il 5 marzo 1929.

 

Francesco Paolo Michetti
Francesco Paolo Michetti